Il rumore dello scrivere

Il rumore dello scrivere, no ,non il rumore confuso nella testa di chi scrive, non quel solito sgomitare di parole che si fan largo nella mente, ma il rumore proprio dello scrivere; quel rumore che è cambiato nel tempo e che, con grande fortuna ho potuto udire scrivendo. Certo, solo ora si legge qualcosa di mio, dai quaderni reclusi in casa, dai fogli stampati e impilati, a volte volati via, alla nuova tecnologia che mi permette di condividere nell’immediato ciò che scrivo.

In realtà scrivo, da sempre e per casualità ho potuto scrivere udendo tutti i rumori della scrittura:

la penna che scorre sul foglio lasciando una traccia di inchiostro liquido, indelebile, che macchia e che resta sulle mani oltre che nell’anima;

la macchina da scrivere, con il suo rumore metallico, forte, pesante ,continuo, un rumore martellante che incideva le parole nella carta e nelle tempie;

il rumore sommesso, il ticchettio di tasti pigiati veloci sulla tastiera di un computer.

Passate ere geologiche di una terra che sempre più veloce si trasforma, ecco ora, sono ancora qui a scrivere, adesso a illudermi che qualcuno mi legga, che qualcuno legga i frammenti della mia anima impressi non più su carta, ma con impulsi elettrici, confinati su un supporto digitale: accetto la novità.

Resto qui a pensare senza nostalgia ai tempi passati, si, senza nostalgia, ma con rispetto e ringraziando per tutto quello che mi hanno dato.

Il rumore è cambiato è vero, perchè il mondo è cambiato e ancora cambierà, non so come, ma cambierà.

Io resto qui seduto con i miei pensieri e con la voglia di condividerli, il rumore è cambiato, ma la scrittura è rimasta, la voglia di donare una parte di se stessi, di stimolare un pensiero, creare un ricordo, far palpitare un’emozione.

Un sorriso appare, me ne rendo conto anche se non lo vedo, lo sento sul mio volto, ripenso al rumore andato, e ai pensieri che restano, sempre nuovi, sempre vivi, silenti.

I pensieri non fanno rumore, fanno magie.