MAX MALFANTI BLOG

Per chi non ne ha mai abbastanza di Pavia

Pensieri

Guardo il vuoto

Guardo attorno a me e vedo il vuoto

Non credevo di poterlo fare, non lo volevo fare , eppure è così –

Guardo il vuoto.

Un vuoto profondo camuffato in superficie.
Un vuoto dell’anima, un vuoto dei sentimenti.
La gente non piange, non si emoziona: urla, litiga, esplode per un nulla, ma non si emoziona.
E’ anestetizzata, vuota.
E mentre scrivo “vuota” spero che sia anestetizzata.
Non riesco, e comunque non vorrei, quindi forse non voglio, credere che la gente abbia il vuoto dentro.
Sembra proprio che sia così!
Abbiamo la capacità di sapere tutto, ma vogliamo sapere niente.
Possiamo fare ogni cosa, ma facciamo niente, o meglio troviamo scuse ogni giorno , ogni momento, per non fare; si sa“ chi fa sbaglia” allora nessuno fa.
E’ opprimente, riempie la stanza, riempie la città , è il sentire di chi neppure ha provato.
Un vuoto che rischia di essere riempito dalla paura, di cosa? Di chi? Di tutto, di tutti.
Una paura indotta, una paura che arriva violentemente a riempire il vuoto, una paura sapientemente creata.
Guardo il vuoto e per quanto brutto sia è meglio della paura.
Non siamo nè vittime, nè carnefici, siamo persone con una vita da vivere, eppure c’è chi vuole prevaricare e usa e approfitta di ogni mezzo per vivere un po’ più degli altri, un po’ meglio degli altri, sulle loro spalle, godendo delle loro debolezze e instillando loro la paura.
La paura che prende il posto del vuoto, la paura che paralizza, paura che per farti vivere ti toglie la voglia di vivere.
Stiamo camminando in una valle buia e deserta, spaventosa landa desolata, senza fine, senza empatia.
I sentimenti che ci rendevano umani non ci sono più, non ne abbiamo più, ci hanno svuotato e ora ci riempiono di paura; tramite questa paura ci vogliono controllare, rendere inoffensivi, muti, servili.
Dal vuoto alla paura con il solo scopo di far vivere meglio chi gestisce il gioco, chi ne conosce le regole, chi cambia le regole mentre si sta giocando.
Creare il vuoto, riempirlo di paura, e far si che la prima paura sia la paura del vuoto, impedendo così di tornare indietro.
Guardare il vuoto si, diventare il vuoto no, paura mai e andare avanti.
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