Fare
Tutto quel che c’è, e quel che accade è una conseguenza di noi, del nostro fare, dei nostri comportamenti.
Allora parliamo di Noi.
La tendenza generalizzata è parlare, non agire, non fare, ma parlare. Parliamo di tutto, ci lamentiamo per tutto, ma non facciamo.
In che senso? Ci lamentiamo delle tasse, ma accettiamo chi evade, ci lamentiamo dei politici, ma non ci dedichiamo alla politica.
Noi parliamo, parliamo, ma scordiamo di agire, di fare.
E’ come se davanti a noi ci fosse un muro invisibile che non vogliamo, oppure temiamo di non riuscire ad abbattere, e quindi neppure tentiamo.E’ il muro del fare, o meglio, il muro che ci separa dal fare, un muro invisibile che ci trattiene nel campo delle parole, ben distinti dal campo delle azioni.
Questo muro l’ho abbattuto, ho iniziato a fare, e mi permetto di esortare tutti a fare, non importa cosa, importa che tutti facciano quel che hanno sempre detto di voler fare, oppure correggano quel che hanno sempre detto essere sbagliato.
E’ sbagliato? Vai, fai, correggi!
Non è semplice, non è immediato, ma è l’unico modo che ognuno di noi ha per migliorare le cose.
L’imbarazzo di essere letti, il timore di essere derisi? Si, ci sono, sono emozioni, e fanno parte di tutti noi, anche di me, ma alzarsi e dire la propria idea, provare a fare qualcosa, è un obbligo morale, se non si vuole vivere una vita di rimpianti e recriminazioni.
Io sto facendo, e voi?
Fare non è facile, la barriera psicologica è enorme perchè se fai ti metti alla mercé delle critiche.
Però alla fine della settimana, del mese, dell’anno, del decennio, l’azione avrà sempre il predominio sul parlare.
Perché chi parla resta dov’è, mentre chi fa è cresciuto sotto tantissimi punti di vista.